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Train Chronicles

Train Chronicles: qualcuno venga in mio aiuto!

reddittumblrmailIl treno è un luogo pubblico. È un luogo sociale e anche un luogo in cui ci si sente soli, perché spesso si viaggia soli senza volerlo e altrettanto spesso si desidera essere soli mentre si viaggia. Ma non tutti, purtroppo, comprendono il bisogno di solitudine o, ancora peggio, non riescono a stare soli coi propri pensieri per tutto il viaggio. Una delle cose più fastidiose del viaggio, che sia in autobus, in treno o anche in aereo, è l'essere soli accanto a qualcuno che, solo come noi, da solo non vuole stare. Negli anni mi sono capitate moltissime situazioni strane: a volte il solitario che non vuol star solo cercava di interagire con me, mentre altre volte coinvolgeva un altro malcapitato mentre io me la ghignavo senza farmi notare. Tutto comincia con una domanda assolutamente normale: "Dove siamo?", "Quanto manca alla tal fermata?"... Dopodiché, una parola tira l'altra: ci sono quelli che chiedono al proprio interlocutore informazioni personali o quasi, altri che invece sparano a ruota libera tutto su di sé. Credo che di aneddoti su questo argomento ce ne siano moltissimi, così comincerò con questo che ha coinvolto recentemente due ragazze di mia conoscenza: Alice ed Elisa. Partiamo tutte e tre insieme al mattino, ma Elisa rientra con il treno successivo a quello che io ed Alice prendiamo al ritorno da Bologna. Un giorno Alice, che era già rientrata a casa, aveva ricevuto un messaggio da Elisa che, tutta preoccupata, le chiedeva di chiamarla al più presto perché era rimasta impelagata in una conversazione con uno sconosciuto che non la smetteva più di parlare. "Chiamami subito come se fossi sul treno, così posso alzarmi e andare via da qui!", diceva il messaggio. Alice, non capendo del tutto il motivo per cui Elisa non fingesse di ricevere una telefonata o non si alzasse semplicemente per cambiare posto senza dare spiegazioni, non aveva perso un secondo e aveva chiamato Elisa, che finalmente poteva fingere una conversazione in cui diceva che avrebbe raggiunto l'amica. Credo che alla fine Elisa sia riuscita a cambiare posto. Tante volte ci troviamo in situazioni simili: perché ricorrere ad uno stratagemma simile quando ci si può semplicemente alzare e cambiare posto? Perché, se riusciamo ad alzarci e cambiare posto, non restiamo nella stessa carrozza ma addirittura ci allontaniamo, ci spostiamo verso un altro vagone, cerchiamo di andare a nasconderci? Non potremmo semplicemente alzarci e andarcene? E, se il nostro fastidioso interlocutore ci dovesse chiedere il motivo dello spostamento, poter dire semplicemente "Me ne vado perché non ho voglia di sentire le tue chiacchiere", "Me ne vado perché sei noioso" oppure "Me ne vado perché mi infastidisce sentirti parlare". C'è qualcosa nella nostra educazione o nelle nostre convenzioni sociali che ci impedisce quasi sempre di farlo. Ecco perché fingiamo di ricevere una telefonata o, per rendere più plausibile la situazione, chiediamo a qualcuno di chiamarci. Ecco perché quasi come se provassimo vergogna ci alziamo dal posto in cui eravamo seduti e cambiamo carrozza, per non mostrare all'interlocutore noioso che ci spostiamo solo per non parlare con lui. In realtà, non credo che ci preoccupino più di tanto i sentimenti di quella persona in particolare. Forse, non ci piace l'idea di essere giudicati poco pazienti, o poco empatici. Quando accettiamo situazioni del genere, ci ritroviamo in conversazioni improbabili, come quella con una suora che cerca di ricondurci sulla retta via, o una persona strana che troviamo ogni giorno in treno e attacca pezza un po' a tutti, o ancora i deliri di qualche personaggio altrettanto strano approdato più volte al Centro Diagnosi e Cura. Altre volte, invece, può capitare che la conversazione sia piacevole e divertente: ad esempio, quella del vecchietto che racconta la storia del nome "Osteria Nuova" (storia che non ricordo, purtroppo), o quella con una ragazza che, per amore, vive nel weekend in Germania e durante la settimana lavora in Italia. Allora ecco cos'è il treno: un luogo sociale per forza in cui ci si sente ancora più soli, anche se a volte ci porta a raccogliere i pensieri e guardare il mondo che scorre via dal nostro sguardo portandosi dietro i nostri viaggi mentali.
chiara@grannyshouse

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Blogger at Granny's House
Blogger e copyeditor, vive nel caos e ha sempre tante idee in testa.
Vegana, yogini, fa volontariato al Canile di Mirandola "Isola del Vagabondo" ed è donatrice AVIS.
Vizia senza vergogna i suoi Bimbis e sta cercando di imparare a cucinare in una maniera decente.
Ama scrivere ma deve ancora capire se ha troppo o nulla di importante da dire.
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