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Train Chronicles

Train Chronicles: l’epopea del 15 ottobre

reddittumblrmailUno dei motivi di ritardo più comuni, oltre ai treni fantasma, ai guasti al treno, alla mancanza di materiale per la preparazione del treno, ai capotreni che fuggono, alla neve ed altre intermperie e ai terremoti, sono i guasti alla linea. Con i guasti alla linea non si scappa: non parte nessuno, nemmeno gli alta velocità. Il guasto alla linea è democratico, non guarda in faccia a nessuno. Siamo tutti uguali. Il 15 ottobre ci è capitato proprio una guasto alla linea. E pensate che io ero addirittura arrivata talmente presto da riuscire a veder partire il treno per il Brennero delle 18.10 senza riuscire a salirci! Si capiva subito che c'erano problemi: anziché essere al piazzale ovest, il treno per Poggio Rusco delle 18.40 si trovava sul binario 9. Io, che come sempre non avevo guardato i tabelloni, mi ero fatta bel giro dal binario 6, da cui avevo visto partire il treno del Brennero, fino al piazzale ovest, per poi tornare al binario 9. Ma fare le scale fa bene e non voglio assolutamente lamentarmi di quella palestra che è la stazione di Bologna. Finalmente vedo Alice, compagna di mille avventure. Con lei entro nel treno che stazione sul binario 9: non il solito VivAlto ma un treno nuovo che mi era capitato di prendere con Charles qualche tempo fa, d'estate: senza tendine, d'estate, su quel treno ci si rosola che è una meraviglia. Troviamo posto dopo aver evitato i sedili con i rifiuti abbandonati: su quel treno ci sono dei cestini per i rifiuti generici vicino ad ogni porta: grosso errore, perché il viaggiatore non ha certo l'abitudine di portare la propria spazzatura all'uscita, quando scende. La lascia lì. Scherziamo? Una volta preso posto, ecco raggiungerci anche Roberto, un altro pendolare della nostra combriccola. Senza pensare tanto al ritardo, che ormai abbiamo preventivato, ci mettiamo a chiacchierare finché un passeggero, che per l'occasione ha deciso di trasformarsi in agente dell'Intelligence dei Treni, informa tutti che il nostro treno non partirà. "L'ho sentito all'altoparlante", dice, "questo treno non parte. Il primo treno utile è il prossimo delle 19.08". Poco male: la regola vuole che i treni che vanno più lontano partano sempre, prima o poi. Quindi: Verona delle 19.08 batte Poggio Rusco delle 18.40. Avvertiamo anche l'ultima componente della combriccola, Elisa, che di solito prende il treno delle 19.08. Le scriviamo che saremo tutti insieme. Come volevasi dimostrare, il treno per Poggio Rusco alle 19 viene dichiarato cancellato.
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Il nostro treno cancellato.

Cominciamo a scambiare informazioni e pronostici con altri passeggeri che vediamo ogni giorno. Che bella la solidarietà! In momenti come questo si diventa tutti amici! Ci siamo messi ad attendere il treno delle 19.08 al piazzale ovest come da programma. Nel frattempo, anche Elisa ci ha raggiunto. Il tempo passa ma del treno che aspettiamo non ci sono notizie. Il tempo passa ancora e i pronostici danno per morto il treno delle 19.08. Magicamente, un annuncio ci dice che quel treno non verrà effettuato e che verrà quindi cancellato. Sul tabellone l'indicazione di quel treno fa "puff" e svanisce. Poco dopo, ci accorgiamo che il treno delle 19.40 viene indicato con 70 minuti di ritardo.
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Il nostro treno con 70 minuti di ritardo.

L'attesa si fa lunga. cominciamo ad avere caldo e fame. Roberto ne approfitta per procurarsi un po' di nutrimento e ci porta anche un po' di patatine fritte del Mac Donald's. Queste situazioni ti spingono a fare cose che non faresti mai, come mangiare la roba del Mac Donald's. È da qui che nasce il degrado umano. Continuiamo a muoverci davanti al tabellone e pensiamo che forse potremmo andare anche a prenderci un gelato, nell'attesa. Incontriamo un altro pendolare al di fuori della stazione che ci offre un posto in macchina: uno solo però. Decliniamo: questa volta viaggiamo tutti insieme o niente. Attraversiamo la strada e ci dedichiamo alla scelta del gelato.
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Il mio gelato con fior di latte e cioccoriso.

Sono già le 20. Cominciamo a rientrare in stazione e proprio in quel momento sentiamo che il treno è in partenza. Il treno delle 19.40 è al binario 6 centrale e noi siamo belli satolli e appesantiti. Ci mettiamo a correre. Arriviamo al binario tutti trafelati e saliamo di corsa sul treno. Pochi secondi dopo, la voce del capotreno ci dice che quel treno non sarebbe partito in quel momento. "Parte prima quello delle 20.10! Dovete prendere quello delle 20.10!". E di nuovo cominciamo a correre e raggiungiamo al piazzale ovest il mezzo che ci porterà a casa.
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Il treno per Bolzano delle 20.10

Saliamo sul treno, prendiamo posto. Un signore con lo zainetto bianco e rosso, i colori galbusera, mi dice che sul sedile di fronte al suo non mi fa sedere. Ci deve stare il suo zainetto. "C'è un mucchio di posti liberi, devi proprio sederti qui?" Mi siedo nel sedile dietro al suo e continuo a conversare con gli altri ragazzi rischiando il torcicollo. Poco dopo il tipo perde la pazienza e cambia posto. Lui e lo zainetto galbusera si siedono pochi sedili più in là. Fine del torcicollo: mi siedo nel posto che era stato del tizio e mi godo la vittoria. Incredibilmente, il treno parte. Bolzano 20.10 batte Verona 19.40. È un certezza. Arriviamo finalmente a casa stanchi, sfiniti, spossati: sono quasi le 21.
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Ed eccoci arrivati.

chiara@grannyshouse

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Blogger at Granny's House
Blogger e copyeditor, vive nel caos e ha sempre tante idee in testa.
Vegana, yogini, fa volontariato al Canile di Mirandola "Isola del Vagabondo" ed è donatrice AVIS.
Vizia senza vergogna i suoi Bimbis e sta cercando di imparare a cucinare in una maniera decente.
Ama scrivere ma deve ancora capire se ha troppo o nulla di importante da dire.
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