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Train Chronicles

Train Chronicles: mai sedersi vicino a… le maestre che parlano

reddittumblrmailIn treno si incontrano persone di ogni genere. In genere, si tratta di pendolari proprio come noi o di persone che per un breve periodo devono frequentare in posti diversi da quello di lavoro seminari o corsi d'aggiornamento. Chi segue spesso corsi d'aggiornamento? Maestri e professori. Abbiamo già parlato in passato di persone da evitare quando vi ho scritto delle ragazze del campeggio religioso. Oggi vi suggerisco un'altra tipologia da evitare: mestri ed insegnanti. Ma perché mai? Dovreste provare semplicemente a sedervi accanto a loro e capireste subito. È una deformazione professionale che conosco molto bene, ma vi assicuro che è una delle peggiori: maestri e professori urlano. Il loro tono di voce è sempre altissimo per far sì che frotte di bambini urlanti li ascoltino. Più i bambini urlano, più loro devono sovrastarne la voce. Un loro sussurro si può sentire e un chilometro di distanza. Un giorno stavo raggiungendo Bologna nel primo pomeriggio, probabilmente a causa di una visita medica fatta a Mirandola quella mattina. Inizialmente da sola, verso San Felice sul Panaro si sono sedute accanto a me tre maestre. In base ai loro discorsi era facile capire che fossero maestre: parlavano di attività, problemi dei bambini e altri argomenti concernenti la scuola elementare. Sulle prime non mi sono resa conto che il loro tono di voce era altissimo. Ma più il treno aumentava la velocità, più loro alzavano il tono. Presa dallo sconforto, ho pensato di spararmi nelle orecchie un po' di musica, cercando nel contempo di leggere. Niente da fare. Sentivo perfettamente ogni parola. Ormai sapevo tutto dei problemi del bambino Pippo e degli Invalsi, di come il bidello avesse fatto la guardia alla classe mentre una delle maestre andava dal preside, mioddio che noia il corso d'aggiornamento. Lo sconforto però non ha lasciato spazio alla rassegnazione. In casi come questo non si può chiedere che abbassino la voce perché ti stanno perforando i timpani. Non ci riescono, ormai sono trasformate in macchine da insegnamento e i loro suoni vengono emessi come caterpillar che ti schiacciano inesorabilmente. Per qualche motivo, continuo ad avere il timore di ciò che pensa la gente. Se sono infastidita cerco di farlo capire. Avrei potuto prendere le mie cose in qualsiasi momento del viaggio, sbuffando, e allontanarmi, cambiare posto in maniera plateale perché in loro si instillasse un dubbio. Eppure, fin dall'inizio ho pensato che non sarebbe servito a nulla e che loro non avrebbero capito. Ho aspetto di avvicinarmi a una fermata, poi ho raccolto le mie cose e ho cambiato carrozza. Nonostante sia certa che non si siano nemmeno accorte che esistessi, non avrei voluto che capissero che me ne ero andata a causa dei loro decibel. La loro potenza di voce è qualcosa di incurabile: una volta avviata la trasformazione non si può più tornare indietro. Perché renderle infelici? Lasciamo invece che perforino i timpani ad altri. Spostiamoci e andiamo a sederci vicino a qualcuno più tranquillo.
chiara@grannyshouse

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Blogger e copyeditor, vive nel caos e ha sempre tante idee in testa.
Vegana, yogini, fa volontariato al Canile di Mirandola "Isola del Vagabondo" ed è donatrice AVIS.
Vizia senza vergogna i suoi Bimbis e sta cercando di imparare a cucinare in una maniera decente.
Ama scrivere ma deve ancora capire se ha troppo o nulla di importante da dire.
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