Train Chronicles: mai sedersi vicino a… le ragazze del campeggio religioso
Postato il 13 Dicembre 2013 /
Fare un viaggio tranquillo e sereno è di primaria importanza per un pendolare. Dopo una giornata di lavoro, infatti, non ci si aspetta altro che un po' di tranquillità: stare seduti comodamente, con una temperatura né troppo calda né troppo fredda, avere la possibilità di leggere un libro in pace o ascoltare musica o entrambi.
Sfatiamo un mito: è quasi impossibile.
Nel caso del treno delle 18.10 che va da Bologna al Brennero, poi, parliamo di qualcosa di miracoloso. Troppe persone, troppo traffico, troppo caos. Stare tranquilli è impossibile.
Tenuto conto di questa realtà, occorre cercare di avvicinarsi il più possibile al nostro ideale concetto di tranquillità, compatibilmente con la disponibilità di posti a sedere su un treno che è abitualmente pieno fino all'orlo di persone con valigie e tanti chilometri da fare.
Ci sono varie categorie di persone da evitare accuratamente, ma a volte non è possibile farlo. Una sera d'estate, infatti, mi è successo di trovarmi seduta insieme a un gruppo di ragazze che hanno reso il viaggio di ritorno una storia da raccontare.
All'inizio non sembrava ci fosse nulla di strano. Mi sono seduta insieme a queste ragazze che sembravano di ritorno dal mare. Poco prima di partire, infatti, stavano ricordando i bei momenti trascorsi insieme al campeggio al quale avevano partecipato, le persone che avevano incontrato.
Trovandomi in mezzo a loro, non potevo non ascoltare la loro conversazione. Pian piano, ho cominciato a capire che si trattava di un campeggio di qualche organizzazione religiosa durante la quale avevano seguito non so che percorsi spirituali. Tutto ok: giovanissime, religiose, "no problema", non giudico.
Una volta lasciata la stazione, le vedo tirare fuori un libretto, dimensioni A5.
"Speriamo non si mettano a pregare!", dico tra me e me. Era giunto il momento di sparasi in cuffia un po' di musica.
Non stavano per mettersi a pregare. Molto peggio.
Stavano per passare in rassegna le hit parade del campeggio religioso.
"Cantiamo questa!!!", diceva una. E le altre dietro a intonare un canto di argomento chiaramente religioso. Ascoltare altra musica era impossibile: ero circondata.
Avevano cominciato a cantare a squarciagola tutte le canzoni del repertorio, in ordine sparso, dalla storia di San Francesco a quella di qualche altro santo. Dai racconti di Gesù ai canti su quanto è bello godere delle gioie del creato. Dai canti su come il protagonista aveva perso la via ma l'ha ritrovata grazie a Gesù.
"Cantiamo questa!"... "No, cantiamo prima questa questa!".
Non c'era problema: sono sicura che le abbiano cantate tutte.
Cinquanta minuti di inferno puro.
Perciò, amici viaggiatori, ricordate sempre: se vedete delle ragazze che viaggiano insieme e tirano fuori strani canzonieri... Cambiate posto. Anche lo strapuntino vicino alle porte d'uscita è molto comodo e per cinquanta minuti è perfetto per preservare le vostre orecchie e la capacità di pensare.
Blogger e copyeditor, vive nel caos e ha sempre tante idee in testa.
Vegana, yogini, fa volontariato al Canile di Mirandola "Isola del Vagabondo" ed è donatrice AVIS.
Vizia senza vergogna i suoi Bimbis e sta cercando di imparare a cucinare in una maniera decente.
Ama scrivere ma deve ancora capire se ha troppo o nulla di importante da dire.
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