Train Chronicles: il treno come luogo in cui mettere gli affari propri in piazza
Postato il 7 Novembre 2013 /
Oggi io, Alice e Roberto abbiamo riflettuto un po' sul fatto che molto spesso in treno molte persone hanno la tendenza a parlare di questioni anche private senza rendersi conto di essere ascoltate.
Le persone pensano di non essere ascoltate mentre danno informazioni spesso molto riservate che le riguardano. A volte si tratta di una piccola o grande tragedia, o di persone che stanno svolgendo il proprio lavoro, altre volte, ancora, di rivelazioni molto personali di cui non si dovrebbe far parola non solo in treno ma anche con altre persone in qualsiasi contesto.
Mi vengono in mente alcuni episodi in cui mi sono ritrovata, mio malgrado, ad ascoltare delle conversazioni che ho ritenuto decisamente personali.
Alcuni anni fa, per esempio, ricordo di aver ascoltato due persone, un ragazzo e una ragazza, che si rivelavano a vicenda le proprie password di accesso alla posta elettronica. Non solo! Parlando, hanno anche menzionato i rispettivi indirizzi e-mail. Se avessi avuto un interesse in tali informazioni, non avrei fatto alcuna fatica ad accedere alla posta di entrambi i ragazzi.
Negli anni trascorsi a fare la pendolare ho avuto modo di ascoltare moltissime conversazioni: la ragazza che lavora nell'agenzia interinale (categoria che io odio sopra ogni cosa) mentre cerca di convincere un povero disoccupato che è meglio aprire una partita IVA che insistere per avere un contratto a tempo determinato; il pianto disperato di una ragazza che ha perso il lavoro; la tragica storia di una ragazza che a causa di una difficile situazione familiare si è ritrovata con un esaurimento nervoso.
Mi è stata anche raccontata la storia di una ragazza appena lasciata dal fidanzatino che raccontava disperata all'amica l'ultimo tentativo di riconquistare l'amato: dopo averlo raggiunto a casa, aveva cercato di convincerlo ma lui aveva insistito per riportarla a casa. Non avendo benzina, lei gli aveva prestato addirittura i soldi per fare rifornimento. Niente fidanzato e niente soldi, alla fine della storia.
Che cosa dire, invece, della pubblica lettura dei poliziotti che controllano i documenti? vi è mai capitato di sedere accanto a loro quando fanno i controlli presso la centrale degli eventuali precedenti di un passeggero? Potete stare certi che se c'è qualcosa di interessante, sarete tra i primi a saperlo!
Il treno è come una casa collettiva: ognuno di noi ci vive per mezz'ora, un'ora, due ore al giorno e qui continua la sua vita, fatta di discorsi e racconti.
Nonostante questo, siamo tutti soli nonostante siamo circondati da tante persone.
Mi torna in mente una bella poesia di Herman Hesse:
Nella nebbia
Strano, vagare nella nebbia!
È solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.
Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.
Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l'altro
ognuno è solo.
Blogger e copyeditor, vive nel caos e ha sempre tante idee in testa.
Vegana, yogini, fa volontariato al Canile di Mirandola "Isola del Vagabondo" ed è donatrice AVIS.
Vizia senza vergogna i suoi Bimbis e sta cercando di imparare a cucinare in una maniera decente.
Ama scrivere ma deve ancora capire se ha troppo o nulla di importante da dire.
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