Train Chronicles: sogni d’oro

Postato il 31 Ottobre 2014 /

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Categorie: Train Chronicles

Capita spesso che i pendolari, stanchi, spossati da una lunga giornata, siano talmente a pezzi da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Mi ricordo di me stessa, quando a San Felice mi è capitato di addormentarmi dicendo che avrei chiuso gli occhi solo per un attimo fino a ritrovarmi a Poggio Rusco completamente persa e imbambolata. Mi ricordo di quando Alice studiava per preparare due esami e alla sera si sedeva in treno con gli occhi rossi e mi chiedeva: "Secondo te faccio male a dormire un po' in questi cinquanta minuti anziché ripassare?" Proprio ieri sera mi è capitato di avere di fronte a me una signora decisamente stanca. È arrivata trafelata, si è praticamente buttata sul sedile, si è messa in maniera composta, e quasi subito è crollata. Era davvero composta: le gambe accavallate, il gomito appoggiato sulla coscia in modo da sostenere la testa. Dopo quattro secondi si è addormentata. Dormiva proprio! E mentre dormiva, mugolava come se stesse sognando. La sua stanchezza era quasi palpabile. A San Giovanni Persiceto, dopo aver dormito per una ventina di minuti, la signora si è alzata ed è scesa. Mi sono chiesta che razza di giornata potesse aver avuto per essere così stanca. Una lunga notte, una giornata difficile? Noi pendolari non sappiamo nulla gli uni degli altri, ma condividiamo questa tragica e continua stanchezza che chi non viaggia non conosce.

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